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Milano Glocal City. Giornata di Studi

Il 16 maggio 2012, presso la sala di Rappresentanza del Rettorato dell’Università degli Studi di Milano si è tenuta una giornata di studi sul tema “Milano Glocal City”.

La giornata di studi è stata promossa dall’Università degli Studi di Milano, Fondazione ISEC, Comune di Milano, Globus et Locus e Rubbettino Editore. Essa ha costituito un’importante occasione per ripensare ed approfondire l’identità, il ruolo e le prospettive di Milano glocal city.

Personalità delle istituzioni, intellettuali, politici hanno riflettuto a partire dal volume “Milano tra ricostruzione e globalizzazione. Dalle carte dell’archivio di Piero Bassetti”, Rubbettino 2011.

Tale giornata, ponendo la questione degli effetti che la globalizzazione sta avendo su una città come Milano e su quali possano essere le strategie per svilupparne la vocazione glocal, ha rappresentato un’occasione significativa di dialogo sulla città e con la città, attraverso la quale l’Università si è posta come nodo potenziale di raccordo tra mondo del sapere e mondo del potere, come luogo al servizio della società civile.

Tra i presenti: Enrico Decleva, rettore dell’Università di Milano, Cristina Tajani assessore alle politiche del lavoro, sviluppo economico, università e ricerca del Comune di Milano, Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano, Danilo Broggi, presidente del Centro per la Cultura d’Impresa, Gianni Cervetti, presidente della Fondazione ISEC e Piero Bassetti, presidente di Globus et Locus e responsabile della “Consulta per Milano città glocale” del Comune di Milano.

Cosa si può e si deve fare affinché Milano prenda coscienza di poter essere una glocal city?

È da questo primo quesito che prende il via il discorso di Decleva che, riflettendo sulla natura storicamente oligarchica di Milano e sulla sua possibile aderenza ad un modello glocale, intravede nel rafforzamento delle istituzioni una prospettiva imprescindibile.

Per Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio milanese, Milano glocal city deve essere in grado di combinare ed integrare le aspirazioni internazionali e trans-nazionali con le sue peculiarità di eccellenza.

Nelle parole di Bassetti emerge la nitida definizione della glocal city come città post-statuale. Ciò che la sfida glocale propone è una Milano in grado di gestire il locale e favorire la presa di coscienza verso il globale, oltre che di capire a quale sistema di città globali essa intenda riferirsi.

La giornata ha svolto un ruolo importante di problem setting nel contesto di un’Università che vuole essere al servizio dello sviluppo della società civile. Senza conoscenza e senza consapevolezza non si può intraprendere lo sviluppo che una città glocale richiede.

 

StaffGlobus